La leggenda del lettore musicale Walkmac che voleva precedere l’iPod.

Periodo parallelo di ambientazione: primi anni 2000

Nel 2000 Apple era appena tornata a respirare. Dopo anni di crisi, il rientro di Steve Jobs aveva riportato un minimo di ordine, ma i conti non convincevano ancora. Il successo dell’iMac aveva acceso una scintilla, ma non bastava. Il Newton era stato abbandonato, il G4 Cube stentava a trovare pubblico, e l’idea di un dispositivo portatile Apple era ancora vista come un rischio.

La musica digitale esisteva, ma era confusa. Tra Napster, CD masterizzati e lettori MP3 senza standard, nessuno sembrava in grado di proporre una soluzione semplice, bella, funzionante. Jobs lo sapeva. Ma non voleva fare “un altro lettore”. Voleva qualcosa di radicale. Nei laboratori Apple si respirava tensione. Le voci di un lettore musicale digitale cominciavano a circolare, ma nulla era ancora definito. Jobs non voleva “uno stereo in tasca”. Voleva qualcosa di più personale. Un oggetto semplice. Essenziale. Incontaminato. Così, nacque il Walkmac. Un piccolo dispositivo da agganciare alla cintura, simile a un Walkman, ma con un’anima Apple: design bianco, un solo tasto fisico che faceva tutto. Play e Stop. Fine. Ma soprattutto: cassette proprietarie.

Le cassette? Non erano comuni

Non erano MiniDisc. Non erano DAT. E nemmeno Compact Cassette. Erano le Musicassette Apple, un formato simile al DAT, ma più sottile, dal suono compresso in qualità MP3 e vendute solo negli Apple Store. Ogni cassetta conteneva esattamente 30 canzoni, precaricate e non modificabili. Non c’era skip. Non c’era shuffle. Solo sequenza fissa.

«L’utente non deve scegliere. Deve ascoltare. La musica è un flusso, non un menù.»

(attribuito a Jobs in un’intervista mai pubblicata)

Per riavvolgere il nastro, non bastava il Walkmac. Apple forniva una penna Bic bianca con logo inciso e cappuccio. Prezzo? 98 dollari. Non era obbligatoria, ma in molti dicevano che solo quella, ruotata in senso orario, non danneggiava la meccanica interna.

30 canzoni appese alla cintura

Suona familiare, vero? “30 canzoni appese alla cintura” fu un motto coniato da Jobs in persona. Ne andava fiero. Lo ripeteva spesso nei corridoi di Cupertino, stringendo il Walkmac con una mano e una penna Bic Apple con l’altra. Era la sua sfida contro l’eccesso. Contro la complessità. Contro il caos. Una frase dimenticata, ma che anticipava qualcosa di enorme. Perché due mesi dopo, da quella cintura, sarebbero sparite le cassette. E sarebbe arrivato l’iPod, “1000 canzoni in tasca”!

Screenshot del sito Apple dedicato a Walkmac (2001)

Una pagina web del sito Apple ormai introvabile, risalente al lancio interno del Walkmac, con un’immagine provvisoria del prodotto usata come placeholder. Grafica minimale, FireWire e uno slogan che sembra uscito direttamente dal laboratorio segreto di Cupertino.

Mentre qui sotto è visibile un frammento del codice HTML, apparentemente tratto da una pagina web interna destinata al team marketing. Non è chiaro se sia mai stata completata o pubblicata, ma l’impostazione ricalca fedelmente i layout Apple dell’epoca. Il file completo è stato recuperato dopo lunghe ricerche in archivi storici web ed è disponibile a questo link: Visualizza il file HTML originale.

Video di Steve Jobs e il prototipo del Walkmac in una clip interna

Un frammento video riemerso dagli archivi mostra Steve Jobs mentre illustra il funzionamento del Walkmac, lettore musicale a cassette digitali. La presentazione, mai destinata al pubblico, rivela dettagli di un progetto che Apple non ha mai ufficialmente annunciato.

Come finì l’Apple Walkmac

Il Walkmac, in una sua versione più bellina, con una forma più verticale e tondeggiante, fu presentato in una riunione interna del marketing USA. La reazione? Gelida. “Troppo analogico”, disse qualcuno. “Troppo Apple”, disse qualcun altro. Un ingegnere tentò di modificare il prototipo aggiungendo un secondo tasto per la funzione skip. Fu allontanato dal progetto. Quando Jobs vide la modifica, si dice che lanciò la penna Bic contro il muro. E scrisse sul vetro della sala riunioni: “Un solo tasto. Sempre.” Due mesi dopo, nacque l’iPod. Il Walkmac venne smontato pezzo per pezzo. Alcuni componenti furono riutilizzati nei primi modelli di iBook.

Walkmac oggi

Resta una leggenda. Nessuna unità funzionante è mai apparsa nei mercatini. Ma nei forum vintage Apple, si racconta di un collezionista giapponese che possiede una musicassetta ancora sigillata: “Apple Sampler Vol. 2”. Chi l’ha ascoltata parla di brani senza titolo. E alla fine del lato B, una voce elettronica sussurra: “Ci avete trovato troppo presto.”


Ma è mai esistito?

Ovviamente no.
Ma su Italiamac ci piace immaginare che prima dell’iPod, Jobs avesse provato con Walkmac. E che anche nei fallimenti Apple abbia saputo lasciare il segno. Con un solo tasto meccanico. E una sola penna Bic.

Ucronìa: Cupertino, la seroe sci-fi retrofuturista di Italiamac, ideata da Gabriele Gobbo

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