La storia parallela dell’OS segreto che quasi distrusse Apple

Correva l’anno 1995. Windows 95 stava per cambiare per sempre il mondo dei personal computer, con la sua interfaccia “Start” e i suoi 32 bit spalmati su floppy infiniti. Bill Gates appariva ovunque, e Microsoft sembrava inarrestabile. Nel frattempo, a Cupertino, le cose erano molto diverse: Michael Spindler era ancora CEO, e Steve Jobs non era ancora ufficialmente tornato, ma le sue ombre iniziavano ad allungarsi nei corridoi.

La linea di prodotti Apple soffriva di confusione, frammentazione e flop. Il Newton arrancava, la QuickTake era un esperimento sbagliato, e System 7 non riusciva più a tenere testa a Windows. Il progetto Copland sembrava vaporware. Gli utenti cominciavano a migrare. In quel clima di smarrimento, un’idea folle prese forma nel posto più improbabile: un seminterrato senza finestre del campus Apple.

E se il Mac potesse avviarsi con Windows?

Non in emulazione. Non come opzione. Ma come nuovo sistema operativo Apple, sotto copertura.

In quel seminterrato senza finestre, tra un Newton che non sincronizzava mai e una QuickTake che fotografava male, un gruppo selezionato di ingegneri lavorava nell’ombra. L’obiettivo era semplice e disturbante: installare Windows su un Mac, per poi adattarlo e renderlo l’OS nativo, senza che nessuno – specialmente Steve – lo venisse a sapere.

“Facciamolo solo per vedere se si può fare. “Facciamolo per dispetto. Facciamolo perché è lunedì e il caffè è finito.”

Si leggeva in un memo interno mai ritrovato.

I dettagli mai trapelati (fino ad ora)

  1. Il boot screen mostrava il classico logo arcobaleno Apple… con dentro la bandierina di Windows.
  2. Il suono d’avvio era il celebre “ta-daa”… suonato al contrario.
  3. L’interfaccia era un misto tossico tra System 7, icone WordArt e clipart di Publisher.
  4. Il mouse? Due tasti. A Cupertino, la voce si diffuse come un virus: “Stanno progettando una mutazione.”
  5. Furono stampati alcuni volantini pubblicitari di prova per il marketing.
  6. Alcune scatole mockup del prodotto vennero realizzate per una futura presentazione ai VP di Apple.
Un pezzo di un VHS interno dell’epoca trasformato in GIF

Per rendere il tutto ancora più inquietante, vennero distribuite internamente delle unità prototipo di Power Macintosh 7200 con quell’unico sistema operativo, taroccato per renderlo più maclike. I computer avevano una tastiera con tasto Start fatto con una etichetta. Nessuno osava premerlo.

Come finì

Un giorno, durante una demo interna, un giovane stagista – probabilmente ignaro del pericolo – aprì Solitaire. Proprio mentre Steve Jobs, rientrato in Apple ma ancora in incognito, passeggiava nei corridoi. Non disse nulla. Si voltò, lasciò cadere un floppy per terra e uscì dalla stanza. Due settimane dopo:

I prototipi scomparvero. Il laboratorio fu sigillato. Uno stagista… fu trasferito in un dipartimento mai registrato nei database interni. Nessuno lo vide più. I backup su DAT vennero gettati nel Lago Tahoe, dopo essere stati riavvolti manualmente per sicurezza.

Apple WindOS oggi

Non ci sono prove. Nessuno screenshot. Nessun leak. Solo voci. Ma da allora, chiunque tenti di installare Windows su un Mac avverte un leggero tremore nei trackpad. Un glitch nel Finder. Un sussurro lontano: “ta-daa”.

La presunta tastiera con tasto Start fatto con una etichetta adesiva

Ma è mai esistito?

Certo che no.
Ma su Italiamac ci piace immaginare un universo parallelo dove Apple provò a essere… normale. E fallì. Per fortuna.

Versione “audiolibro” dell’episodio

(disponibile anche su Spotify e YouTube Podcast e Apple Podcast)

Ucronìa: Cupertino, la seroe sci-fi retrofuturista di Italiamac, ideata da Gabriele Gobbo

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