La leggenda mai confermata dell’iPod che telefonava

Nel 2002 Apple era finalmente tornata sotto i riflettori. Dopo anni turbolenti, Steve Jobs era tornato saldo al comando, Mac OS X stava lentamente conquistando gli utenti più coraggiosi, e l’azienda cercava nuovi percorsi per rilanciarsi. Il titolo in borsa era ancora sotto i 15 dollari (valore pre-split), ben lontano dai picchi che avrebbe raggiunto negli anni successivi, ma il peggio sembrava alle spalle. Il team di design guidato da Jony Ive aveva appena sfornato il nuovo iMac G4 “lampadone”, mentre il marketing firmava la campagna Think Different con i volti di Gandhi, Picasso e Muhammad Ali. Ma soprattutto c’era lui: l’iPod, lanciato nell’ottobre 2001 come “1000 canzoni in tasca”, aveva iniziato a conquistare un pubblico sempre più vasto. Era bianco, minimalista, perfettamente Apple.

Eppure, sotto la superficie, l’azienda si stava già interrogando sul futuro. Il mercato dei telefoni cellulari era dominato da Nokia, Ericsson e Motorola. I modelli più venduti avevano display a due righe, T9, suonerie polifoniche e zero connessione a Internet. Palm e BlackBerry inseguivano la produttività. Nessuno parlava ancora di smartphone. E nessuno si aspettava che Apple potesse entrare nel mondo della telefonia. Ma a Cupertino qualcuno pensava già oltre: e se quel piccolo mattoncino bianco avesse potuto… telefonare?

Nacque così, nel silenzio più assoluto, il Project WheelTalk.

Un iPod con modem GSM, antenna interna e un microfono nascosto nel jack cuffie. Nessun touchscreen, nessuna app. Solo la clickwheel, il display monocromatico… e la rubrica di 10 nomi preimpostati. Nei corridoi di Infinite Loop lo chiamavano iPod Phone

“Chiamare con la clickwheel era Un’esperienza mistica ma lentissima.”

### I dettagli mai trapelati (fino ad ora)

  • Il numero da chiamare si componeva ruotando la wheel una cifra alla volta. Uno squillo richiedeva in media 25 secondi.
  • La rubrica era salvata come playlist. Ogni contatto era una traccia.
  • Il microfono era attivabile premendo il tasto centrale per più di 3 secondi.
  • Il tasto “Menu” serviva per chiudere la chiamata. Ma a volte apriva la lista brani. Un bug mai risolto.
  • L’iPod vibrava. Ma solo con un accessorio FireWire venduto separatamente.
GIF di un pezzo di VHS dell’epoca dove si vedono alcuni prototipi

Come finì iPod Phone

Durante una demo riservata ai VP Apple, il prototipo ricevette una chiamata. La suoneria? Una versione MIDI di Toxic di Britney Spears. Steve Jobs era presente. Non parlò. Non si mosse. Lasciò cadere l’iPod sul tavolo, prese un pennarello, scrisse “NO” sul retro del device… e se ne andò.

“Cancellate tutto. E fate finta che non sia mai successo.”

Attribuito forse erroneamente a Steve Jobs.

Tre giorni dopo, il laboratorio WheelTalk fu chiuso. Il firmware distrutto. Il prototipo spedito al reparto marketing per farne un “uso creativo”.

E oggi?

Alcuni sostengono che esista ancora un esemplare funzionante. Nascosto in una vetrina sbagliata del campus di Infinite Loop, etichettato come “iPod shuffle prototipo #0”. Ogni tanto, dicono, si accende da solo. Compare un nome a schermo. E parte una suoneria distorta. Sempre Toxic.

Una rara immagine del Project WheelTalk (iPod Phone) in un labortorio Apple

Ma è mai esistito?

Ovviamente no.
Ma su Italiamac ci piace immaginare un universo parallelo in cui Apple ha provato a fare telefonate con una rotella. E ha fallito. Ma con stile.

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