C’è un momento preciso in cui la storia dell’informatica smette di essere fatta di schede madri e processori e diventa racconto umano. Quel momento, per molti, ha il volto di Steve Wozniak. Ed è immortalato in un’intervista del 1984 tornata a circolare grazie al canale YouTube Reelin’ In The Years Archive.
Il genio timido che ha acceso Cupertino
Il video ci mostra un Woz ancora giovane, ma già leggenda. L’intervistatore lo presenta come colui che, partendo da “pochi pezzi di ricambio e un saldatore”, ha innescato una rivoluzione nelle case americane: l’Apple Computer. Ma Wozniak, fedele alla sua natura schiva e idealista, non si prende il merito: “Non è stato per fare soldi, era solo una buona idea al momento giusto.”
Woz racconta la nascita del primo Apple come un gesto spontaneo, nato nei circoli hobbistici e nel fermento del Homebrew Computer Club. Proprio lì, ogni due settimane, gli appassionati condividevano circuiti, codice e sogni. “Costruivo computer per mostrarli agli altri”, dice. Nessuna strategia, nessun business plan. Solo passione.
L’ingegnere puro, che rifiutò il potere
Nel cuore del successo di Apple, Wozniak fece una scelta controcorrente: rifiutare la gestione aziendale per restare ingegnere. “Non voglio dirigere una compagnia. Voglio scrivere codice. Trovare soluzioni eleganti. Giocare al computer di notte, quando i miei figli dormono.”
Nel 1984, mentre Steve Jobs preparava il lancio epocale del primo Macintosh, Woz restava un’anomalia nel mondo tech: un tinkerer puro, ancora felice di scrivere algoritmi per gioco, di testare periferiche e di esplorare i limiti dei nuovi software appena rilasciati. Lontano dai riflettori, ma perfettamente consapevole di avere contribuito a costruire qualcosa di epocale.
Hacker, satellite e telefonate internazionali
L’intervista tocca anche il lato più giocoso – e ribelle – del Woz. Racconta della US Festival, da lui finanziata, che fu un fallimento economico ma un successo culturale. Poi snocciola episodi della sua gioventù da phone phreaker, dove con dispositivi autocostruiti e toni acustici riusciva a chiamare in tutto il mondo. Ma sempre, precisa, “pagando le chiamate che dovevo fare comunque. Era solo per curiosità.”
Sorprende per onestà e lucidità anche il suo discorso sugli hacker: smonta il mito romantico del genio malvagio capace di entrare nei sistemi governativi. “Sono solo ragazzi curiosi. Non fanno danni. E non rubano nulla. La vera minaccia sono gli adulti con accesso legittimo ai sistemi.”
Un Wozniak fuori dagli schemi
C’è anche spazio per il Woz prankster, ideatore del numero telefonico “Dial-a-joke” che negli anni ’70 paralizzò le linee della Bay Area con oltre 2.000 chiamate al giorno. O per il Woz imprevedibile, capace di scherzare sui suoi scherzi etnici pur venendo premiato da associazioni che un tempo lo volevano querelare. Un personaggio impossibile da incasellare, sempre un passo oltre gli schemi.
L’ultima domanda
Alla fine dell’intervista, quando gli chiedono su cosa stia lavorando, risponde con una frase semplice: “Apple sta facendo grandi cose, io partecipo alle discussioni, ma preferisco lavorare ai miei progetti.” Quella linea netta tra il mondo dell’impresa e quello del codice puro, Woz non l’ha mai oltrepassata.
📺 Se volete vedere con i vostri occhi questa perla d’epoca, ecco il link al video completo su YouTube: Steve Wozniak • Interview (Apple Computers) • 1984. Un tuffo sincero e senza filtri nel cuore più umano della storia Apple.
✍️ Testo a cura della redazione Macmorabilia
Appuntamento alla prossima chicca di Macmorabilia, la rubrica di Italiamac coordinata da Gabriele Gobbo per raccontare la vera storia di Apple, quella che abbiamo amato, con documenti originali, reperti d’epoca, video dimenticati e accessori ormai introvabili. Un viaggio nostalgico tra pubblicità storiche, curiosità autentiche, computer vintage e perle rare scovate negli archivi, pensato per chi vuole riscoprire l’anima più affascinante del mondo Mac.
Disclamer: Questo articolo presenta le opinioni del suo autore indipendente o della fonte da cui è estratto e non di Italiamac. Può essere stato realizzato con l’assistenza della IA per la traduzione e il riassunto. Non è da considerarsi consulenza, consiglio d’acquisto o investimento in quanto a puro titolo esemplificativo generico. I racconti di Ucronìa: Cupertino sono verosimili ma di fantasia.
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