Thomas Claburn di The Register riporta che Apple è finita sotto osservazione per via delle sue tecniche di addestramento dell’intelligenza artificiale. Un documento legale recentemente depositato in California solleva interrogativi sul fatto che Apple possa aver usato dati riservati raccolti da Siri e da altre fonti per migliorare le sue tecnologie AI senza il consenso esplicito degli utenti.
L’accusa e la reazione di Apple
Secondo la causa, i sistemi Apple potrebbero aver registrato conversazioni private e altri dati sensibili anche quando Siri non era attivamente in uso. Questi dati sarebbero stati archiviati e potenzialmente riutilizzati per addestrare modelli di machine learning. Apple ha ribadito il proprio impegno per la privacy, sostenendo che i suoi sistemi minimizzano i dati raccolti e li elaborano in modo anonimo e sicuro. Tuttavia, il documento legale accusa l’azienda di aver travisato queste pratiche, spingendo gli utenti a credere in una protezione più rigida di quella realmente garantita.
Questione etica e reputazionale
Il caso punta il dito contro l’apparente discrepanza tra la narrazione pubblica di Apple — azienda “privacy first” — e i metodi effettivi impiegati nel dietro le quinte dell’addestramento AI. In un’epoca in cui l’uso dei dati è sempre più sotto scrutinio, anche Apple dovrà fare chiarezza.
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Secondo me: la reputazione di Apple si basa sulla fiducia. Se anche solo una parte di queste accuse risultasse vera, sarebbe un duro colpo alla narrazione costruita negli anni. È il momento di trasparenza, senza ambiguità.
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